
Futuro del lavoro: nuove esigenze, flessibilità e benessere per attrarre e trattenere i talent
Luglio 17, 2025contratto di rete di imprese: uno strumento per la crescita e la competitività
Le reti di imprese una opportunità per consolidare collaborazioni strutturate che le imprese italiane hanno da sempre nel proprio dna.
Le nostre imprese sono abituate da sempre a un rapporto stretto con il proprio territorio e con le altre imprese, si tratti di soggetti collocati a monte (fornitori) ovvero a valle (clienti b2b), di partner strategici (pensiamo al terziario avanzato, ai mondi della consulenza, della formazione, e oggi più che mai del settore IT delle nuove tecnologie), e persino di concorrenti, con i quali le nostre piccole imprese tendono naturalmente a perseguire sinergie strategiche, riuscendo in questo modo a soddisfare una domanda volatile e spesso, nei punti di picco, altrimenti inarrivabile a causa delle proprie ridotte dimensioni.
Perché siamo piccoli forse non importa. Possiamo dire che a livello finanziario dipendiamo quasi esclusivamente dal sistema bancario, in una fase storica in cui lo stesso conosce una dinamica di forte transizione e destrutturazione, e uno scenario di rigidi vincoli per l’accesso al credito. Possiamo dire che abbiamo un’elevata predisposizione al lavoro autonomo, che non è, spesso, pura imprenditorialità, ma una sorta di ibrido tra il lavoro subordinato e la stessa. Possiamo dire che siamo costretti a vivere in un sistema burocratico e fiscale contributivo estremamente pesante e complesso, oltretutto anch’esso volatile (le normative non sono stabili e risentono dell’incapacità dello stato e delle amministrazioni periferiche di programmare a medio lungo termine, incapacità che è molto legata peraltro al peso costante di un enorme debito pubblico ereditato dagli anni ’80 del secolo scorso). Per cui mantenersi di piccola dimensione permette di essere camaleontici nell’adattarsi al caos in ebollizione dei vincoli normativi, limitando i danni del decadere frequente degli strumenti favorevoli e cogliendo le opportunità dei nuovi – se pur anch’essi effimeri – strumenti proposti dal governo di turno.
La storia importante di tanti dei nostri distretti industriali, invidiati e osservati dal mondo intero, testimonia della capacità delle nostre imprese di vivere in osmosi con il proprio territorio.
E’ interessante osservare che dopo una fase iniziale di avanzamento esplorativo in ogni direzione, le nostre imprese hanno deciso di utilizzare il contratto di rete prevalentemente come legame tra pochi. La maggior parte delle reti (87%) conta meno di dieci aderenti, di cui più della metà (54%) con meno di cinque imprese.
I grandi progetti di rete, che pur inizialmente hanno provato a nascere, si sono scontrati con le difficoltà di gestire i costi di transazione legati alla condivisione delle decisioni, anche per la nostra caratteristica di oscillare da una fiducia iniziale spesso gratuita verso una sfiducia di fondo progressiva e ansiosa con il progredire di programmi e strutture comuni. Siamo sempre figli di una storia fatta di dominazioni straniere e di fragilità politica, abbiamo sviluppato la capacità di non arrenderci mai ma anche la consapevolezza di non poter dare per scontato nulla e soprattutto la fiducia in chicchessia.
Mentre le piccole reti crescono e funzionano sempre meglio. Tra partner selezionati, che magari si conoscono da sempre, e hanno imparato a relazionarsi tra loro, si arriva a condividere progetti e strategie, meccanismi operativi e problemi, e questo permette una dimensione efficiente dei processi di comunicazione reciproca e decisionali. Spesso in queste piccole reti un imprenditore dalla visione più ampia acquisisce serenamente il ruolo di leader, permettendo agli altri membri di focalizzare meglio sul proprio core business, e di godere di importanti vantaggi competitivi grazie alla partecipazione alla rete.
Aumentare il proprio potere negoziale con il contratto di rete
La questione dell’aumento del potere negoziale grazie al contratto di rete avviene in molteplici modi e direzioni.
Alcune reti fanno conseguire ai propri membri la possibilità di acquistare dai fornitori, italiani o esteri, a migliori condizioni, in Italia spuntando prezzi e termini di consegna e pagamento più favorevoli, all’estero garantendo l’accesso a partite di merce altrimenti troppo grandi per la propria piccola dimensione. Pensiamo ad alcuni esempi come la fornitura di componenti per l’automazione, piuttosto come l’acquisto di autotreni di autovetture da parte di autosaloni: nel primo caso si osservano importanti vantaggi nella regolarità degli approvvigionamenti, nel secondo sostanziose riduzioni dei prezzi all’acquisto.
I vantaggi spesso sono ottenuti anche sui mercati di sbocco: diventa più realistico aprirsi ai mercati internazionali, si riesce a garantire la soddisfazione della propria domanda, anche nazionale, grazie alla possibilità di ampliare la capacità produttiva nei momenti di picco, sapendo che il partner è in grado di garantire standard di qualità paragonabili ai propri, ma anche grazie all’opportunità di fornire un prodotto servizio più completo, pensiamo ad esempio all’edilizia nella quale l’unione di più specializzazioni artigianali permette a piccoli player di coprire l’intera esigenza del committente, con la serenità di ritrovarsi in cantiere a collaborare con dei partner con i quali è più facile coordinarsi in termini di tempi e metodi.
L’aumento del potere negoziale avviene anche in un altro fattore produttivo, che spesso è il costo più importante di una piccola azienda: le risorse umane. Si osservano sinergie vincenti nella condivisione di progetti di formazione, piuttosto che nella condivisione di servizi e meccanismi di selezione, ovvero nella condivisione di partner strategici quali imprese di somministrazione.
Un altro esempio interessante di aumento del potere contrattuale è la migliore possibilità di stipulare con le organizzazioni sindacali dei lavoratori un contratto sindacale “aziendale”, potendo proporre una base numerica di lavoratori significativa, e arrivando a ottenere benefici fondamentali in materia di flessibilità del lavoro altrimenti riservati a imprese di più grandi dimensioni. I nostri piccoli e piccolissimo imprenditori hanno spesso una autentica fobia nei confronti dei sindacati, spesso immotivata: se nella rete è presente almeno un imprenditore che ha imparato il valore aggiunto che può derivare da relazioni sindacali ben condotte, egli è in grado di condividere questa competenza con gli altri membri senza un loro diretto coinvolgimento, e nel contempo di aumentare il proprio potere negoziale grazie alla maggiore significatività numerica delle maestranze lavorative coinvolte nella negoziazione.
Un altro aspetto che le piccole imprese, da sole, sono difficilmente in grado di gestire con efficacia ed efficienza, è la rete di distribuzione commerciale. Ci sono esempi illuminanti di reti che hanno realizzato insieme la contrattualizzazione con gli agenti di commercio, garantendo una gestione puntuale dei rapporti con Enasarco e della complessa quantificazione delle diverse forme di indennità, nonché la gestione delle dinamiche, sia giuridico contrattuali che in termini economici di modellizzazione della retribuzione variabile, dei rapporti con gli agenti.
I vantaggi iniziali diventano pertanto, nelle reti di imprese che funzionano, autentici assets in grado di aumentare la competitività delle aziende aderenti: centri di acquisto di rete, marchi di prodotto servizio di rete, rete di agenti, contratto collettivo di lavoro di secondo livello di rete.
La rete di imprese come strumento di accesso allo sviluppo di tecnologie emergenti
Un altro ambito statisticamente molto percorso dai contratti di rete è quello della condivisione di percorsi di accesso alle tecnologie emergenti, con l’implementazione di infrastrutture informatiche condivise o quantomeno condivisibili.
Sia a livello di formazione che di adeguamento degli assets organizzativi e tecnologici delle imprese, assistiamo negli ultimi anni ad una autentica rivoluzione tecnologica. L’elemento simbolo più impattante a livello comunicativo è riassunto dall’espressione intelligenza artificiale, tuttavia gli elementi innovativi coprono una vasta area, che parte dai big data e comprende ambiti come il machine learning (che rientra negli algoritmi di intelligenza artificiale), digitalizzazione dei processi, internet delle cose, realtà aumentata e realtà virtuale, cloud – fog – edge computing, interazione uomo macchina, progettazione e stampa 3d, smart city, smart manufacturing, industria 4.0, blockchain.
Una professionalità sempre più necessaria in questo contesto è quella collegata con l’impiego della statistica descrittiva, e alcune reti stanno già gestendo quantomeno progetti di formazione che incorporano anche questi contenuti di base.
A livello strategico – ma anche operativo – molte reti colgono l’occasione per dotarsi di una contabilità interna, gestita da una risorsa comune di rete, magari con lo strumento specifico riservato alle reti di imprese della codatorialità, e per consolidare le considerazioni strategiche accumulate nel percorso di formazione in un software ERP (Enterprise Resource Planning), che permette di condividere una piattaforma potente e mirata e nel contempo l’adeguamento a vincoli normativi forti ma ancora ignorati da troppe imprese, quali quelli imposti dal regolamento europeo GDPR avente ad oggetto la tutela dei dati, della liceità e correttezza della loro acquisizione nonché della integrità e riservatezza della loro gestione.
A seconda del settore in cui operano le imprese di rete e della loro collocazione rispetto al mercato, alla piattaforma di base vengono affiancate talvolta estensioni particolarmente interessanti quali moduli software CRM (Customer Relationship Management, per la gestione dei rapporti con i clienti e i potenziali clienti), moduli supply chain per la logistica, moduli specifici quali la gestione dei cantieri, delle reti di distribuzione commerciale, fino ai software per la direzione dedicati all’analisi del contesto.
Un altro elemento che la piccola impresa fa fatica a gestire in autonomia, ma può sviluppare agevolmente nell’ambito di un contratto di rete, è proprio infatti la questione della sostenibilità e dei vincoli alla sua rendicontazione che diventano di anno in anno più stringenti ed estesi ad una platea sempre più ampia di imprese.
Assistiamo quindi a percorsi di rete per la condivisione di un impianto contabile funzionale alla redazione dei bilanci di sostenibilità, dal bilancio sociale a quello ambientale.
Si osservano anche sforzi per gestire gli aspetti legati alla salute finanziaria delle aziende di rete, con percorsi ispirati agli accordi di Maastricht, che prevedono l’impegno per le imprese aderenti alla rete di mantenersi su parametri di indici di bilancio mediamente virtuosi. Tali percorsi vogliono essere propedeutici ad affidamenti e accessi al credito aggiuntivi rispetto ai canali tradizionalmente accessibili alla piccola impresa.
Anche a livello operativo, questi percorsi forniscono immediati vantaggi rendendo disponibili alle imprese membri servizi importanti quali il controllo di gestione, il budgeting e il monitoraggio di tesoreria, in modo accessibile grazie alla condivisione della spesa.
Sono tutti esempi che chiariscono come, nell’ambito di una rete di imprese, si possa catturare l’interesse di finanziatori (o gestori di tesoreria) altrimenti orientati a servire soltanto imprese di una certa dimensione.
Anche a livello prettamente industriale, le reti di imprese favoriscono processi di miglioramento e standardizzazione della qualità delle lavorazioni, di applicazione progressiva del paradigma di Industria 4.0 (o 5.0 quando viene incorporato l’aspetto della sostenibilità ambientale), con risultati quali ad esempio l’ottimizzazione della manutenzione grazie all’applicazione della manutenzione
predittiva o il collegamento informativo tra produzione e vendita, con incremento della capacità
Le particolarità della rete di imprese nell’approccio alla gestione delle risorse umane: distacco agevolato e codatorialità
Molto importanti e sempre più diffusi sono gli impieghi di due istituti del mercato del lavoro che guardano con particolare riguardo al fenomeno delle reti di imprese.
Il primo, sicuramente più conosciuto e diffuso, riguarda l’istituto del distacco, che se avviene nell’ambito di imprese aderenti a un contratto di rete permette di superare ex ante il nodo dell’interesse del distaccante.
Naturalmente occorre fare attenzione ai vincoli al distacco che comunque permangono, in particolare la necessità che i distacchi di personale avvengano per contenuti di mansione delimitati, determinati, e la temporaneità del distacco.
Il distacco di rete pertanto va utilizzato come strumento delle imprese aderenti per rendere flessibile il fattore lavoro facendo sinergia sui rispettivi picchi di domanda che le imprese aderenti si trovano a fronteggiare.
Mentre per le esigenze non temporanee, subentra l’opportunità dell’istituto, meno conosciuto, della codatorialità: risorse aggiuntive contrattualizzate nell’ambito del contratto di rete e destinate a medio lungo termine a coprire, costantemente, alcune funzioni centralizzate, quali possono essere le funzioni amministrative e contabili, il marketing e le vendite, piuttosto che la supervisione dei cantieri e in senso lato dei processi.
La già citata opportunità di programmare la negoziazione e la stipula di un contratto collettivo di lavoro di secondo livello da parte della rete di imprese può rendere ancora più interessanti le applicazioni degli istituti del distacco temporaneo e della codatorialità.
Le reti di imprese come forma giuridica flessibile per aumentare le possibilità di accedere alla finanza agevolata e alle gare di appalto
Il contratto di rete è anche un prezioso strumento di accesso agli strumenti di finanza agevolata (essenzialmente bonus, contributi a fondo perduto e sovvenzioni a tasso zero o ridotto), con due ordini di vantaggi:
– a livello burocratico, l’esistenza di un contratto di rete permette di evitare le sovrapposizioni amministrative e contabili di strumenti temporanei come le associazioni temporanee di impresa, nell’ambito delle quali l’onere amministrativo è più elevato perché i rapporti tra le aziende coinvolte non sono strutturati ma estemporanei;
– ci sono strumenti e opportunità aggiuntive riservate esclusivamente alle reti di impresa.
per chi vende di conoscere i punti di forza e di debolezza a livello di struttura di costo e distributiva.
Lo strumento del contratto di rete è molto utile anche per raggiungere, grazie all’unione delle forze, i requisiti per partecipare a gare di appalto pubblico con le stazioni appaltanti.
Non va trascurata inoltre la funzione del contratto di rete come strumento di governance territoriale. In molte regioni italiane, le reti si sono affermate come catalizzatori di sviluppo locale, in grado di connettere imprese, enti pubblici, centri di ricerca e formazione in una logica di ecosistema integrato. In tal senso, la rete non è solo un veicolo per l’efficienza, ma anche un acceleratore di innovazione e coesione socio-economica, capace di generare valore diffuso e favorire la resilienza dei sistemi produttivi locali.
Conclusione: il contratto di rete uno strumento per la crescita e la competitività
A distanza di oltre quindici anni dalla sua introduzione nell’ordinamento italiano, il contratto di rete ha raggiunto una adeguata maturità, grazie al consolidamento di strumenti come il distacco e la codatorialità nell’ambito di rete, e all’accumularsi di una giurisprudenza specifica che ha contribuito a chiarirne le corrette logiche di applicazione operativa.
Il suo utilizzo oggi, tanto nella forma leggera di rete contratto quanto in quella più strutturata della rete soggetto, si presta particolarmente a supportare logiche di partnership imprenditoriale tra soggetti che condividono, oltre che obiettivi e visione, un buon livello di affidabilità e reciproca fiducia. In questi casi il contratto di rete diventa un autentico fattore di competitività, permettendo di raggiungere nuove risorse, di ottimizzare l’efficacia e l’efficienza di quelle disponibili, e di migliorare e consolidare la propria immagine sul mercato e nel territorio di riferimento.


